8 marzo – Imprenditoria femminile, 5 regioni italiane nella top ten tra 233 regioni Ue.

Il trend positivo del mercato del lavoro sta interessando anche il segmento dell’occupazione indipendente, il cui recupero è trainato dalle donne imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome. A gennaio 2024 gli occupati crescono dell’1,6% su base annua, pari a 362mila lavoratori in più. Crescono del 2,4% i dipendenti a tempo indeterminato, in aumento di 373mila unità, mentre gli occupati dipendenti a tempo determinato scendono dell’1,1%. Nell’ultimo anno tornano in positivo anche gli occupati indipendenti, che crescono dello +0,4%, pari a 22mila lavoratori in più.

 

Le donne trainano il recupero dell’occupazione indipendente – Nel confronto europeo, basato su dati trimestrali Eurostat (al netto dei coadiuvanti familiari), in Italia al terzo trimestre 2023 (media ultimi quattro trimestri) l’occupazione indipendente femminile sale del 2,0% su base annua a fronte della crescita zero per gli uomini. L’Italia fa meglio della media Ue, della Spagna (entrambe a +1,3%) e della Germania (-3,0%), mentre si osserva una migliore performance in Francia (+5,7%).

 

Il contributo del lavoro indipendente alla crescita dell’occupazione è essenziale per ridurre il gap del tasso di occupazione femminile, per cui l’Italia è all’ultimo posto nell’Unione europea.

“Le nostre rilevazioni – sottolinea la Presidente di Donne Impresa Confartigianato Daniela Biolatto – dimostrano che l’imprenditoria femminile contribuisce all’occupazione e a costruire un futuro di sviluppo per il nostro Paese. Le imprenditrici concorrono anche a ridurre il gender gap, offrendo così alle giovani un esempio importante della concreta possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di superare gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro. Siamo consapevoli dei nostri punti di forza ma c’è ancora molto da fare per abbattere le difficoltà che ostacolano le donne e che confinano l’Italia all’ultimo posto in Europa per il tasso di occupazione femminile”. Donne Impresa Confartigianato non chiede trattamenti di favore o corsie privilegiate, ma soltanto il rispetto di diritti che troppo spesso rimangono sulla carta. “C’è ancora molto da fare – sostiene Daniela Biolatto – sia a Bruxelles che a Roma per riconoscere i meriti e le legittime aspettative delle donne. A cominciare da un welfare a misura delle esigenze delle donne come madri, mogli, figlie, lavoratrici”. Tanti anche i problemi comuni con i colleghi maschi uomini: fisco, burocrazia, credito, infrastrutture. Problemi sui quali la Presidente Biolatto sollecita la politica ad ascoltare le ragioni delle imprenditrici e a dare risposte concrete e immediate, affinché il sostegno all’imprenditoria femminile sia, a tutti gli effetti, un pilastro della politica economica di questo Paese.

 

Il traino del lavoro femminile indipendente è diffuso sul territorio. Tutte le ripartizioni sono in territorio positivo, con un maggior dinamismo del lavoro indipendente femminile nel Nord-est con 4,6% (vs 1,2% degli uomini) seguita da Nord-ovest con 2,8% (vs -0,1% degli uomini), Mezzogiorno con 0,8% (in questo caso leggermente inferiore al +1,0% degli uomini) e Centro con 0,3% (vs -1,2% degli uomini).

 

Tra le maggiori regioni, le imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome in Emilia-Romagna salgono del 9% (vs 6,4% degli uomini), seguita da Campania con 6,4% (vs 0,1% degli uomini), Lombardia con 4,7% (vs 0,6% degli uomini), Veneto con 3,6% (vs -1,4% degli uomini), Toscana con 3,1% (vs -0,1% degli uomini) e Lazio con 2,5% (vs -0,7% degli uomini) mentre rimane in territorio negativo il Piemonte con -3,5% (con un calo dell’1,9%, meno accentuato, per gli uomini). Tra le altre regioni maggiori regioni si osserva un maggiore dinamismo, e superiore alla media, per Molise, Liguria, Valle d’Aosta, Puglia e Abruzzo.

 

Il peso delle donne nell’occupazione indipendente – L’occupazione femminile nel segmento del lavoro indipendente pesa per il 32,0%. Le quote più elevate, e superiori alla media, si osservano per P.A. Bolzano con 35,6%, Lazio con 35,3%, Abruzzo con 34,8%, Liguria con 34,7%, Toscana con 34,4%, Molise con 34,3%, Emilia-Romagna con 34,2%, Piemonte con 33,7%, Umbria con 33,6%, Valle d’Aosta con 33,6%, Friuli-Venezia Giulia con 33,2%, Lombardia con 32,9% e Marche con 32,5%.

Donne imprenditrici e autonome, regioni italiane al top tre 233 regioni Ue – La posizione di leadership dell’Italia per ‘fare impresa’ al femminile si conferma anche per i territori italiani. Tra 233 regioni europee (Nuts 2) tra le prime dieci regioni per numero di occupate indipendenti, cinque sono italiane. Il primato europeo è della Lombardia (Italia) con 235mila donne imprenditrici e lavoratrici autonome, seguita da Ile de France (Francia) con 212mila, Cataluña (Spagna) con 175mila, Andalucía (Spagna) con 170mila, Lazio (Italia) con 144mila, (al 5° posto), Rhône-Alpes (Francia) con 140mila, Provence-Alpes-Côte d’Azur (Francia) con 128mila, Emilia-Romagna (Italia) con 122mila, (al 8° posto), Piemonte (Italia) e Veneto (Italia) con 113mila, (entrambe al 9° posto), Comunitat Valenciana (Spagna) con 112mila, Comunidad de Madrid (Spagna) con 111mila, Toscana (Italia) con 106mila, (al 13° posto) Noord-Holland (Paesi Bassi) con 105mila, Zuid-Holland (Paesi Bassi) con 102mila, Aquitaine (Francia) con 101mila, Campania (Italia) con 98mila, (al 17° posto), Warszawski stołeczny (Polonia) con 92mila, Wielkopolskie (Polonia) con 92mila e Attiki (Grecia) con 87mila.

 

Donne alla guida di imprese che svolgono ‘mestieri da uomini’ – Nei settori (divisioni Ateco 2007) in cui almeno il 90% degli imprenditori sono uomini, si registrano 57.800 imprese femminili, con una incidenza media del 6,2% a fronte del 22,7% medio per il totale dei settori. Nel dettaglio i settori con ‘lavori da uomini’ sono lavori di costruzione specializzati con 21.153 imprese femminili,

riparazione e commercio autoveicoli con 12.294 imprese femminili, autotrasporto e trasporto persone con 10.436 imprese femminili, prodotti in metallo con 8.645 imprese femminili, riparazione ed installazione di macchine ed apparecchiature con 2.790 imprese femminili, legno e prodotti in legno con 2.193 imprese femminili, trasporto marittimo e per vie d’acqua con 201 imprese femminili e raccolta, trattamento e fornitura di acqua con 61 imprese femminili, con 27 unità nei restanti settori.

 

dati territoriali sull’imprenditoria femminile, totale e artigiana, giovanile e a conduzione straniera nell’Appendice statistica ‘Imprese femminili 2022 e dinamica su 2021 e su pre-pandemia per regione e provincia’. Qui per scaricarla.