“Partiamo dal chiarire una cosa: l’estensione dell’obbligo di Green pass a tutti i lavoratori è un fatto positivo, senza se e senza ma”. Esordisce così il Presidente di Confartigianato Marco Granelli in un’intervista a Repubblica.it. in cui spiega la posizione di Confartigianato in merito al green pass obbligatorio.
Ecco il testo dell’intervista.
Qualcuno suggeriva però di passare direttamente all’obbligo vaccinale. Sarà sufficiente il certificato per fare l’ultimo scatto contro la pandemia?
“Il nostro auspicio era innanzitutto arrivare a una normativa che definisse in maniera univoca e chiara i comportamenti da seguire nei confronti dei lavoratori che non si vaccinano. La misura adottata tutela la salute e sicurezza in azienda e consente di accelerare il percorso di uscita dalla crisi. Non ci possiamo permettere nuovi lockdown, perché la ripresa deve esser lineare. Quanto all’obbligo vaccinale, credo che il Green pass sia uno strumento che sicuramente incentiverà la campagna vaccinale: è equilibrato e corretto, non può che avere ripercussioni nell’andamento delle somministrazioni.
Le norme sono facilmente applicabili, soprattutto per le piccole imprese?
L’immediatezza era quel che chiedevamo e mi lasci dire che per tutta la pandemia le Pmi hanno applicato in maniera piena tutti i protocolli anti-Covid che sono stati via via definiti. Non credo che ci possano essere problemi ad applicare anche la vigilanza sul Green pass. C’è ancora però qualcosa da chiarire.
Si spieghi meglio…
Sulla base dei testi fin qui visionati, le imprese sotto i 15 dipendenti possono – dopo il quinto giorno di mancata presentazione del certificato da parte di un lavoratore – sostituirlo per dieci giorni non oltre il 31 dicembre. Chiaramente l’intenzione sembra di dare un trattamento migliore ai piccoli, venire incontro alle esigenze di flessibilità. Ma per come abbiamo potuto vedere non è molto chiaro.
Il problema sarà trovare questi sostituti?
Sì, diciamo che l’attuazione sarebbe complicata: lascia perplesso il riferimento ai dieci giorni, perché è difficile assumere qualcuno per una sostituzione così breve. Sono certo che verrà chiarito questo aspetto, è un problema formale non certo sostanziale.
Crede che si creeranno lavoratori di serie A e di serie B?
No, in primo luogo perché è una normativa emergenziale che non prevede assolutamente di risolvere il rapporto di lavoro, o comminare sanzioni disciplinari agli sprovvisti di Green pass. Certo, se diventasse una situazione a regime andrebbero fatte valutazioni diverse ma per ora non ravvedo problemi.
Gli autonomi sono inclusi. Chi controllerà il pass dell’elettricista che lavora da solo?
L’aspetto effettivamente non è chiaro, ma non lo considero particolarmente rilevante perché già ora nella pratica accade che i committenti privati richiedano al lavoratore autonomo il green pass di loro iniziativa. Credo sia giusto estendere la norma ai soggetti esterni che accedono nelle aziende, magari per installare impianti o per la manutenzione. Lo spirito è equiparare tutti i lavoratori: pubblici, privati e autonomi. Il tema dei controlli sull’autonomo è secondario.
Teme un aggravio di adempimenti per i piccoli, anche di possibili sanzioni?
Ci attrezzeremo per gestirlo. Certo, sono oneri in più e ne avremmo fatto volentieri a meno; ma bisogna contemperare pro e contro, e in questo caso i pro della normativa sono superiori ai contro.
E il costo dei tamponi? Basta la promessa di calmierarlo?
Potremmo valutare, con i fondi della bilateralità, la compartecipazione alle spese dei lavoratori per i tamponi. Anche lanciare l’idea di un rimborso, senz’altro non possono essere a carico delle imprese.
Si avvicina la fine del blocco dei licenziamenti per tutti, come precede la ripresa?
Le piccole imprese di manifattura e costruzioni stanno recuperando in fretta, ci sono ancora difficoltà sul fronte dei servizi. Confidiamo molto nelle politiche attive del lavoro e nelle misure del Pnrr.