Il Paese ha senz’altro bisogno di una vera riforma fiscale che riduca la tassazione sui fattori della produzione e semplifichi il sistema. Bene quindi aver posto lo stimolo alla crescita come principio generale della riforma fiscale approvata ieri in Consiglio dei Ministri. Ci auguriamo che, insieme alla semplificazione del sistema tributario, siano le linee guida dei Decreti legislativi attuativi della riforma”.
Questo l’auspicio espresso da Confartigianato dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del testo di legge delega sulla Riforma fiscale.
Il Parlamento saprà senz’altro arricchire di contenuti il testo normativo sulla base delle indicazioni fornite dalle Commissioni parlamentari Finanze di Camera e Senato nel documento conclusivo dei lavori dell’indagine conoscitiva che ha visto il contributo di gran parte degli attori della fiscalità del nostro Paese.
In particolare, sulla base del documento conclusivo, Confartigianato auspica che il Parlamento inserisca fra i principi di delega la necessità di conservare, nell’ambito di un sistema duale, l’attuale regime forfetario e confida che siano ricomprese, tra i principi di semplificazione, le nuove modalità di rateazione delle imposte dirette indicate dalle Commissioni.
Confartigianato valuta positivamente il riconoscimento della necessità di giungere ad una modalità di tassazione del reddito d’impresa neutrale rispetto alla forma giuridica, come pure l’indicazione di ridurre gradualmente le aliquote medie dell’IRPEF e l’avvicinamento, nella tassazione del reddito d’impresa, tra valori civilistici e fiscali che non può, però, essere limitato ai soli soggetti IRES. Ci saremmo aspettati in sede di riforma un’attenzione alla fiscalità degli immobili strumentali utilizzati dalle imprese, tassati, spesso, con l’IMU alla stregua delle seconde case.
Resta aperto il nodo delle risorse, la riforma deve porsi anche l’ambizioso obiettivo di portare la nostra pressione fiscale in linea con quella media degli altri Paesi europee e senza adeguate coperture, rispetto a quelle già previste, non vorremmo che molti dei principi di delega siano destinati a restare lettera morta.