“La piccola impresa diffusa di territorio, che ha consentito all’Italia di rimanere il secondo maggior Paese manifatturiero in Europa e leader globale nei settori del made in Italy (agroalimentare, moda, legno-arredo e meccanica), è il punto di forza su cui fare leva per la ripresa del Paese. Vanno accuratamente evitate ipotesi di intervento che vedono il nostro sistema produttivo come un elemento di debolezza”. Lo ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti durante il suo intervento in videoconferenza all’incontro a Palazzo Chigi sulle misure del ‘Dl maggio’. Il Presidente Merletti è intervenuto all’incontro con il Governo alla presenza del premier Giuseppe Conte, del Ministro dell’Economia e finanze Roberto Gualtieri, del Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.
Il Presidente Merletti ha indicato ai rappresentanti del Governo 8 punti irrinunciabili per sostenere la ripresa:
- riapertura completa di tutte le attività economiche dal 18 maggio (acconciatura, estetica, pasticcerie, gelaterie, gastronomie);
- spostamento delle scadenze dei versamenti tributari e contributivi almeno fino al 30 settembre (ora previsto al 30 giugno) e la rateizzazione in 12 mesi (ora previsto 5 mesi);
- modifica del regime tributario delle perdite che eviti di pagare imposte su redditi che non si realizzeranno nel 2020;
- previsione di un ristoro alle perdite di fatturato da realizzare in misura proporzionale e non in cifra fissa;
- in coerenza con gli impegni dell’Esecutivo a “non lasciare nessuno escluso”, sia prevista una adeguata dotazione di risorse, pari ad almeno 1 miliardo, per finanziare il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato;
- un chiarimento che escluda l’applicazione del principio della presunzione semplice per il riconoscimento di malattia professionale del Covid-19, evitando future azioni di rivalsa e azioni di responsabilità civile e penale in capo al datore di lavoro;
- maggiore flessibilità della normativa sul tempo determinato e la reintroduzione dei voucher;
- forte riduzione della burocrazia a partire dalla sospensione del codice degli appalti per lasciare in vigore la sola normativa europea e l’adozione, come riferimento generale, del ‘modello Ponte Morandi’.