La crisi Covid-19 colpisce duramente il settore moda che in Lombardia conta 15 mila imprese, di cui 50% artigiane e 97% di micro-piccola dimensione. Nel comparto operano oltre 99 mila addetti, di cui uno su quattro è occupato nell’artigianato e più della metà nelle micro e piccole imprese (MPI). Sulla base dei risultati di una nostra survey nel bimestre marzo-aprile le micro-piccole imprese lombarde del tessile, abbigliamento, calzature e accessori registrano un calo medio del fatturato del 68%, equivalente a -775 milioni euro. Perdita che pesa sul fatturato annuo per l’11,5%. Diverse le conseguenze dell’emergenza sanitaria: dalla crisi di liquidità che colpisce il 75,8% delle imprese, alla perdita/calo di commesse e ordini che interessa il 74,7% delle imprese, all’utilizzo più intensivo del canale e-commerce da parte del 9,1% delle MPI del settore.
Tra le condizioni per la ripartenza le imprese della moda ritengono maggiormente rilevanti rispetto la media del manifatturiero il sostegno al sistema dei pagamenti e alla finanza d’impresa e la fiducia e la capacità di acquisto dei consumatori.
Il settore della moda più di altri risente delle pesanti conseguenze del lockdown. A marzo 2020 è il settore abbigliamento e pellicce a registrare il crollo più pesante delle vendite al dettaglio (-57,1%), perdita di oltre 20 punti più accentuata rispetto al calo del -36% registrato in media per i prodotti non alimentari. A marzo 2020 la produzione è più che dimezzata per: cuoio, borse, pelletteria e selleria, pellicce (-52,5%) confezione di articoli di abbigliamento (-55,1%), gioielleria, lavorazione delle pietre preziose (-57,4%) e calzature (-59,0%). Inoltre, si osserva una forte turbolenza anche sul fronte dell’export: a marzo 2020 scendono del 27,3% le vendite nazionali sui mercati esteri di abbigliamento, pelle e tessili. Sulla base di questo andamento nostre stime evidenziano che le MPI del comparto della moda lombarda nel 2020 registrerebbero un calo delle esportazioni per 1,6 miliardi di euro, pari al 14,6% in meno rispetto all’anno precedente. Il settore moda lombardo risentirà della brusca frenata del commercio internazionale in quanto prima regione per valore delle vendite di tessile, abbigliamento e pelle sui mercati oltre confine. Nel fare valutazioni rispetto alla dinamica futura dell’export del settore va tenuto conto che l’insieme dei due mercati chiave dell’Asia – Cina e Hong Kong –che rappresentano la prima area di sbocco dell’export di beni di moda lombardi a marzo 2020 segna un calo marcato, del -15,0%, delle esportazioni di prodotti made in Italy.