“Le positive misure del Decreto Rilancio devono ora ‘scaricare a terra’ i loro effetti con la massima rapidità, senza intralci burocratici, e con un’intensità di dotazione finanziaria adeguata a consentire la ripresa del sistema produttivo”. E’ l’esortazione espressa da Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato, durante l’audizione sul Dl Rilancio alla Commissione Bilancio della Camera.
“L’intervallo tra il dire e il fare – sottolinea Fumagalli – ha mortificato l’efficacia di molti dei provvedimenti realizzati finora. Ci auguriamo serva da lezione per non ripetere lo stesso errore anche con il Decreto Rilancio caratterizzato da 266 articoli e che prevedono decine di ulteriori decreti attuativi”.
Per corrispondere alle aspettative delle micro e piccole imprese – che occupano il 65,7% degli addetti delle aziende italiane e che, a causa della crisi, quest’anno rischiano minori ricavi per 197 miliardi – Fumagalli ha indicato la necessità di rafforzare l’efficacia del Dl Rilancio con una serie di interventi: l’aumento delle risorse stanziate per il Fondo Centrale di Garanzia; il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; la rapida attuazione dello strumento dei contributi a fondo perduto, evitando che le tortuosità burocratiche ne rallentino l’erogazione, con l’incremento dell’attuale stanziamento e l’aumento delle percentuali di ristoro in relazione ai cali di fatturato.
Saranno necessari – sottolinea Fumagalli – interventi di stimolo della domanda per investimenti con una rapida definizione delle risorse e delle condizioni di accesso del Fondo per la ripresa (Recovery Fund). L’Italia pesa per il 17,1% della perdita del PIL nell’UE prevista per il 2020. Applicando tale quota all’ipotizzato importo di 500 miliardi di euro di contributi a fondo perduto a carico del bilancio dell’Unione, l’Italia otterrebbe risorse per oltre 80 miliardi di euro da destinare per un piano straordinario di investimenti pubblici finalizzato a incrementare efficacia e qualità dei servizi pubblici.
Sul fronte fiscale, Fumagalli, oltre a chiedere la rateizzazione in 12 mesi dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 16 settembre, sottolinea la necessità di prorogare a settembre 2020 il termine per i versamenti delle imposte a saldo e in acconto relative alle dichiarazioni dei redditi del 2019.
In materia di lavoro, il Segretario Generale di Confartigianato considera indispensabile eliminare i vincoli e le limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, sollecita un ulteriore stanziamento di risorse per il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato al fine di soddisfare le domande pervenute.
Fumagalli sollecita anche una norma chiara ed univoca che tuteli il datore di lavoro da ingiustificate responsabilità penali e civili in caso di contagio Covid-19 di un lavoratore dipendente.
In merito agli incentivi per riqualificazione energetica e sicurezza sismica, Confartigianato sollecita l’estensione della detrazione del 110% anche per interventi su immobili diversi dall’abitazione principale e semplificazioni nelle modalità di accesso all’agevolazione.
Tra le misure sollecitate da Confartigianato: l’estensione della possibilità di fruire del credito d’imposta per tutti coloro che effettuano interventi di adeguamento degli ambienti di lavoro, sanificazione e acquisti di dpi; la proroga oltre il mese di luglio dell’intervento che riduce il costo delle bollette elettriche delle piccole imprese; misure di sostegno alle imprese di autotrasporto merci, che hanno continuato durante l’emergenza a garantire la mobilità delle merci nel Paese, tra cui il posticipo del pagamento dei pedaggi e l’aumento della dotazione per le deduzioni forfettarie delle spese non documentate. Fumagalli ritiene anche necessario incentivare con maggiori risorse l’acquisto di biciclette classiche e a propulsione elettrica per sostenere la produzione nazionale che, soprattutto negli ultimi anni, ha acquisito un ruolo di leadership internazionale, con molti piccoli produttori che hanno saputo incorporare nel veicolo soluzioni e stili che rappresentano un interessante modo di declinare il Made in Italy.