L’analisi degli ultimi dati pubblicati su produzione, fatturato e commercio estero evidenziano l’avvio del recupero del sistema delle imprese italiane. A maggio 2020, produzione ed esportazioni registrano una marcata ripresa rispetto ad aprile, il mese più buio di questa crisi Covid-19, caratterizzato da un pesante lockdown. Nonostante le ripresa, il trimestre marzo-maggio segna una pesante flessione dei risultati delle imprese manifatturiere italiane, con la produzione che scende del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e le esportazioni del 28,2%. I settori di moda, gioielleria e mobili e ceramica, vetro, ecc. – comparti con il 28,6% dell’occupazione delle imprese artigiane manifatturiere – registrano una maggiore sofferenza.
Tornando all’analisi delle evidenze relative alla manifattura, a maggio 2020 il fatturato, al netto dei fattori stagionali, registra un aumento del 41,9% rispetto al mese precedente; in chiave tendenziale la flessione è del 25,9% rispetto a maggio dell’anno precedente, dimezzando il calo del 47,2% di aprile. Anche per gli ordinativi manifatturieri destagionalizzati si registra a maggio un balzo congiunturale; persiste una flessione tendenziale del 34,7%, in decelerazione rispetto alla caduta del 48,6% di aprile.
In relazione alla domanda di energia a giugno 2020 la domanda di gas delle imprese segna una flessione dell’8,8%, in attenuazione rispetto al -15,3% di maggio e al -29,5 % di aprile.
Sul fronte delle costruzioni, la produzione scende a maggio del 16,8%, dopo il drammatico calo (-68,9%) di aprile; nel confronto internazionale per quest’ultima variabile emerge nel trimestre marzo-maggio 2020 una marcata flessione per Italia e Francia, meno intensa per Spagna, mentre la Germania, in controtendenza, segna un aumento dell’attività edilizia. In relazione al fatturato delle imprese dei servizi, le azioni di contenimento dell’epidemia hanno intaccato i ricavi per imprese di trasporto e autoriparazione già nel primo trimestre, mentre per pulizia e disinfestazione il fatturato ha registrato un aumento. Sul fronte delle vendite al dettaglio a maggio si registra un diffusa riduzione del calo registrato nel mese di aprile; nel complesso del trimestre marzo-maggio i cali più rilevanti si registrano per i beni non alimentari e nello specifico per abbigliamento, calzature, mobili e articoli di arredamento della casa. Sul fronte delle vendite B2C si è registrato un boom del commercio elettronico, intrecciato con un maggiore utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle micro e piccole imprese.
Sul fronte dei prezzi emerge una tendenza alla deflazione, con 12 settori manifatturieri su 24 che registrano una flessione dei prezzi alla produzione. Spunto positivo per i prezzi delle abitazioni, ma di gran lunga meno accentuato rispetto all”inflazione immobiliare’ che si registra in numerosi paesi europei. Il tasso di inflazione dei prezzi al consumo no energy, a giugno 2020, rimane al di sotto del punto percentuale. Anche il traffico autostradale manifesta segnali di recupero, anche se a metà luglio segna ancora un gap di oltre 17 punti percentuali rispetto ai volumi di un anno prima. Sul fronte dell’export il calo di maggio del 30,4% attenua il -41,5% di aprile 2020. Per settori chiave del made in Italy, che abbiamo già visto penalizzati sia sul lato della produzione e che su quello delle vendite al dettaglio – pelle, abbigliamento e altre manifatture – si registrano i cali più marcati anche della domanda estera. Sul fronte energetico si riducono le importazioni di energia con benefici sulla bolletta energetica. Nei primi cinque mesi del 2020 le importazioni di beni energetici scendono del 36%, combinazione di riduzioni del 21,9% delle quantità acquistate e del 18,1% dei prezzi. Sulla base di questi andamenti la bolletta energetica scende, ultimi dodici mesi a maggio 2020, a 31,7 miliardi di euro, in diminuzione di 11,2 miliardi rispetto ai 42,9 miliardi di euro rilevati un anno prima.