Dopo il terremoto economico di primavera causato dall’emergenza sanitaria Covid-19, l’economia continua il percorso di recupero e di rilancio, nell’ambito di strategie nazionali ed europee centrate su investimenti, digitale e green. Le recenti tendenze dell’economia italiana e le caratteristiche dei piani da finanziare con Next generation EU sono esaminate nell’ 8° report Covid-19 di Confartigianato, ‘Verso un autunno difficile. I trend di fine estate e gli interventi di policy‘ presentato ieri nel corso di un webinar organizzato dall’Ufficio Studi con la Direzione Politiche Economiche di Confartigianato, nell’ambito delle Sessioni streaming 2020 della Scuola di Sistema. Clicca qui per scaricarlo.
Al centro del rapporto l’analisi delle priorità poste dalla Commissione europea per i progetti che saranno finanziati da Next Generation EU, con 208,6 miliardi di euro destinati all’Italia. In questa prospettiva, come già indicato da Confartigianato, il report evidenzia come gli interventi sul digitale e il capitale umano previsti per i ‘progetti faro’ dovranno dare sostegno della competitività delle micro e piccole imprese: espansione della banda larga e dei servizi cloud, rafforzamento sistemi d’istruzione per le competenze digitali e digitalizzazione della PA e dei servizi pubblici, compresi i sistemi giudiziari. Al centro degli interventi, il rilancio degli investimenti che, attraverso più alti moltiplicatori fiscali, consentiranno una maggiore crescita e la riduzione del debito pubblico.
L’analisi della congiuntura del report evidenzia che la produzione manifatturiera prosegue il recupero, anche se in Italia, dove la crisi sanitaria è scoppiata prima, tra marzo e luglio 2020 la produzione è scesa del 23,7%, mentre la Francia si attesta sul -20,4%, la Spagna sul -20,0% e la Germania sul -17,6%. Marcato recupero per la produzione delle costruzioni che, pur avendo sofferto un più ampio calo di attività rispetto agli altri paesi europei durante il lockdown, a luglio 2020 ha quasi completamente recuperato il livello di attività di un anno prima, con un calo tendenziale che si ferma all’1,0%.
Il report evidenzia anche gli impatti della crisi sulla demografia di imprese: il saldo tra iscrizioni e cessazioni nei sei mesi della crisi Covid-19 (marzo-agosto 2020) è pari +20.882, la metà (48,0%) del saldo medio rilevato tra 2010 e 2019. Su questo fronte arriva un segnale positivo dalle imprese artigiane che registrano un tasso di crescita dello 0,50%, in miglioramento rispetto allo 0,30% di un anno prima, e superiore allo 0,33% del totale imprese (peggio rispetto al 0,48% di un anno prima).
In recupero il traffico autostradale, con un trend che nell’ultimo mese oscilla tra il -4% e il -6% dopo un crollo di circa l’80% ad aprile.
Con la crisi Covid-19, una micro impresa su due (52%) è precipitata in una drammatica crisi di liquidità. Su questo fronte i finanziamenti del Fondo di garanzia, che al 22 settembre 2020 sono arrivati a 83,2 miliardi di euro, hanno sostenuto una dinamica positiva dei prestiti alle imprese. Tale dinamica sottende un sostegno alla finanza d’impresa, ma in condizioni di forte anomalia, dato che la sostituzione dei finanziamenti ai normali flussi di cassa generati dai ricavi riduce la capacità delle imprese di generare valore aggiunto.
Nel clima di difficoltà e incertezza emerge l’andamento in controtendenza dell’economia digitale, dove, come abbiamo recentemente evidenziato, si osserva un consolidamento della crescita dell’e-commerce nonché l’aumento delle imprese totali, delle imprese artigiane, del fatturato e degli occupati.
Alle difficoltà interne si somma l’incertezza derivante dalla situazione sanitaria che evidenzia situazioni critiche soprattutto nel continente americano, in Francia ed in Spagna: nei 32 maggiori paesi del mondo con oltre 120 casi ogni 100 mila abitanti al 17 di settembre si concentra, infatti, il 30% del made in Italy. Particolare complessità per il made in Italy nei settori di MPI che nel primo semestre flette del 19,0% (-15,4% per il manifatturiero totale), con situazioni più critiche per mobili, moda e gioielleria, mentre si osserva una maggior tenuta delle esportazioni alimentari.
Nel focus territoriale proposto nel report – realizzato in collaborazione con Osservatorio MPI Lombardia e che esamina i trend regionali del mercato del lavoro, made in Italy, digitale e green, – si evidenziano le situazioni più difficili sul versante delle vendite all’estero per le imprese dei settori di MPI in Toscana (-32,1%), Marche (-25,0%), Veneto (-20,7%) e Piemonte (-20,4%) mentre si registra la controtendenza della Campania (+1,1%).