Confartigianato Imprese Alto Milanese – riprendendo la posizione già assunta a livello nazionale – giudica “ingiustificata” ed “incomprensibile” l’ipotesi – contenuta nelle Bozze del nuovo DPCM – di chiudere le attività dei saloni di acconciatura (barbieri) e i centri estetici nelle eventuali future zone rosse.
Si tratterebbe di un provvedimento ingiustificato in quanto non vi è un solo dato scientifico che porti a ritenere che i saloni e i centri estetici siano luoghi a rischio; in questi mesi gli stessi operatori professionali hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario.
“Non risulta esserci nessuno studio o analisi in mano al Comitato Tecnico Scientifico – afferma Giacomo Rossini, Segretario di Confartigianato Imprese Alto Milanese – dal quale emerga una correlazione tra l’aumento della diffusione dei contagi e la prosecuzione delle imprese del comparto benessere. Se è vero che, fino ad oggi, nelle c.d. zone rosse, le uniche attività consentite fossero quelle legate all’acconciatura, non ci sono evidenze di impennate di casi di positività al virus legate a titolari, collaboratori e clienti dei saloni, che hanno sempre messo la tutela della salute al primo posto”.
Non si spiega e appare quindi non solo ingiustificato ma anche ingiusta, l’ipotesi di chiudere tali attività e ad oggi non è dato sapere se l’idea sia del Comitato Tecnico Scientifico o del Governo, ma poco conta. Vale la pena inoltre sottolineare che in passato nelle zone rosse l’apertura era consentita ai parrucchieri e non ai centri Estetici; una discriminazione quest’ultima che il TAR del Lazio pochi giorni fa’ ha sonoramente bocciato.
“La sospensione delle attività svolte in sicurezza – aggiunge il Segretario Rossini– rischia di innescare ulteriormente l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che al contrario sfuggono totalmente ad ogni controllo sulla sicurezza e la salute”.
Confartigianato fa rilevare inoltre che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato dei mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo.
Confartigianato su sollecitazione di tutte le associazioni territoriali, ha chiesto al Governo di riprendere in mano le bozze del nuovo DPCM e di riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività del comparto dei servizi alla persona consentendone lo svolgimento anche nelle zone rosse, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore.