Ammortizzatori sociali: no al modello unico e alla gestione centralizzata in capo all’Inps

“Il percorso di riforma degli ammortizzatori sociali allo studio del Governo non dovrà cancellare l’esperienza in atto, il valore e le specificità dell’artigianato”. Questo il punto fermo espresso da Confartigianato in risposta alle prime ipotesi di riforma del sistema degli ammortizzatori sociali presentate dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel corso di una riunione con le parti sociali, che sembrano fare riferimento a un unico modello di ammortizzatore sociale, per tutti i lavoratori e tutte le imprese, con una graduazione di tutele in base alle dimensioni aziendali.

Il mondo dell’artigianato – che per primo è stato sensibile al tema dell’universalità delle tutele, costituendo un Fondo di solidarietà bilaterale a sostegno di tutte le imprese artigiane, anche di quelle con un solo dipendente – oggi chiede fortemente che non vengano cancellate le caratteristiche specifiche del proprio sistema di sostegno al reddito, con aliquote e prestazioni tagliate su misura per le imprese artigiane, espressione di un modello di relazioni sindacali basato sui principi della partecipazione, della mutualità e della sussidiarietà. L’attacco ai Fondi bilaterali è un attacco ai corpi intermedi e alla democrazia.

Non è la disciplina identica che crea un sistema equo, tutt’altro. Regole uguali per tutti, senza valorizzare le differenze specifiche, porterebbero alla costruzione di un sistema diseguale e iniquo.

E’ quindi impossibile condividere l’idea di una gestione centralizzata in capo all’Inps dei vari strumenti di sostegno al reddito: i Fondi rappresentano un mezzo di snellimento del sistema centrale, di semplificazione per le aziende e di prossimità per i lavoratori e in nessun caso costituiscono un aggravio per lo Stato. Ammortizzatore universale sì, unico no.