Per una pronta ripresa dell’economia italiana è necessaria la spinta della domanda estera. Secondo l’ultimo rapporto ICE , nel 2021 il volume delle importazioni mondiali di manufatti sale del 7,6%, con un’ulteriore crescita del 5,3% nel 2022. Dopo il calo del 13,8% del volume delle esportazioni totali registrato nel 2020, le recenti previsioni del DEF 2021 indicano per quest’anno un aumento delle vendite del made in Italy dell’8,2%, che si consolida con un aumento del 5,7% nel 2022; con l’ulteriore aumento del 3,9%, nel 2023 le esportazioni supereranno i livelli del 2019, precedenti allo scoppio della pandemia.
A inizio 2021 trend del made in Italy incerto, attese favorevoli – Nel primo scorcio del 2021 si colgono alcuni segnali, anche se ancora deboli, di ripresa: a febbraio l’export di beni registra un moderato aumento su base mensile (+0,3%), determinato dalle vendite verso i paesi dell’area Ue, mentre le stime preliminari di marzo 2021 indicano un aumento congiunturale del 2,5% dell’export nei paesi extra Ue 27.
Nel trimestre febbraio 2021-dicembre 2020 i volumi dei beni esportati in Italia salgono dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, in linea con Eurozona, segnando un ritardo rispetto a Stati Uniti (+2%) e Giappone (+3,2%), mentre traina la ripresa dell’export mondiale (+2,9%) le economia avanzate dell’Asia (escluso Giappone (+7,6%) e la Cina (+10,7%).
L’indagine qualitativa dell’Istat sulle imprese manifatturiere delinea una prospettiva di rafforzamento della domanda estera. Nel primo trimestre 2021 segnano un rialzo dei giudizi e delle attese sul fatturato estero delle imprese manifatturiere esportatrici (i primi con un saldo in salita da +0,3 a +4,2 e i secondi da +7,1 a +7,5), mentre ad aprile 2021 i giudizi sugli ordini dall’estero segnano il quinto incremento mensile consecutivo.
Export nei settori di MPI nel territorio nel 2020 – Il 2020 è stato un anno difficile per la manifattura italiana, nel quale si è perso il 10% di vendite all’estero. Risultato negativo più marcato per l’export nei settori di micro piccola impresa – alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altra manifattura – che nell’anno della pandemia segna una riduzione del 13,1%. Tra i settori di MPI si osserva una dinamica positiva solo per le vendite oltre confine di Prodotti alimentari (+2,7%); al contrario si rilevano contrazioni più accentuate dei ricavi esteri per i Prodotti moda, dall’occhialeria alle calzature: Prodotti delle altre industrie manifatturiere (-21,1%), Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili (-20,8%), Prodotti tessili (-19,7%) e Articoli di abbigliamento (-18,3%). In chiave territoriale nessuna tra le maggiori regioni segna un incremento dell’export di MPI mentre tra le province si rilevano performance positive a Salerno (+12,7%), Parma (+3,1%), Verona (+1,5%) e Bolzano (+0,1%).
I 53 casi in controtendenza – L’analisi territoriale, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia e presentata nel webinar di presentazione del 12° report Covid-19, evidenzia che nonostante la diffusa dinamica negativa dell’export dei settori di micro-piccola impresa della moda, legno-arredo, metalli e altra manifatture, che comprendono gioielleria e occhialeria, si evidenziano alcune significative eccezioni. Vi sono 53 province in controtendenza con almeno una variazione positiva in uno dei quattro macro settori di moda, legno-arredo, metalli e altra manifattura che a livello nazionale segnano una riduzione dell’export nel 2020: queste nicchie di settore-territorio pesano per il 9,6% dell’export complessivo dei quattro comparti in esame.
Tra le principali province, con una quota dell’export settoriale superiore all’1% – si rilevano trend di crescita delle vendite sui mercati esteri di Prodotti della moda (tessile, abbigliamento e calzature) per le province di Arezzo (+8,9%) e Verona (+8,1%); per Prodotti in legno e per l’arredo per le province di Forlì-Cesena (+13,6%), Piacenza (+10,0%) e Pesaro e Urbino (+1%); per i Metalli per le province di Treviso (+6,8%) e Bolzano (+3,1%) e per gli Altri prodotti manifatturieri per le province di Bologna (+12,1%), Roma (+9,4%),Torino (+9,3%) e Piacenza (+1%).