Confartigianato Trasporti con Assopetroli e le altre Associazioni dell’autotrasporto hanno deciso di scrivere al Governo sul caro metano denunciando i rischi di un blocco imminente della logistica se non si adotteranno i giusti correttivi.
Nello specifico le associazioni hanno messo in luce gli effetti drammatici connessi al persistere della situazione attuale per cui è impossibile, per mancanza di Urea, trovare l’AdBLue che permette ai veicoli diesel più nuovi Euro 5 e 6 di viaggiare.
“La ripresa dell’economia e dei consumi, dopo oltre un anno di contrazione dovuta alla crisi pandemica, ha innescato un aumento esponenziale dei prezzi dell’energia all’ingrosso in tutta Europa, del quale stanno facendo le spese tutti i settori produttivi, nonché i consumatori. L’impennata dei prezzi del gas naturale, componente indispensabile per la sintetizzazione dell’AdBlue (l’additivo che contribuisce a ridurre le emissioni di ossidi di azoto dei motori diesel Euro 5 e superiori, in assenza del quale gli stessi smettono di funzionare), ha già portato, nelle ultime settimane, a far più che
raddoppiare il prezzo al consumo di questo prodotto, che inizia ora a scarseggiare sul mercato. Una delle principali aziende produttrici di AdBlue nel nostro Paese, emblematicamente, ha annunciato l’intenzione di sospendere la produzione dell’additivo per almeno quattro settimane, al fine di arginare le perdite economiche causate dalle marginalità ormai azzerate.
La carenza di AdBlue sul mercato rappresenta un problema della massima urgenza non solo per i proprietari di automobili con motorizzazioni Euro 5 e Euro 6, ma anche – e soprattutto – per il comparto del trasporto commerciale. Se infatti per un’auto diesel un pieno di additivo può durare per circa 10-15 mila km di percorrenza, il fabbisogno di AdBlue per i mezzi pesanti è notevolmente più elevato. Si stima che i mezzi immatricolati e
adibiti al trasporto merci che rischiano di rimanere fermi, nel giro di una manciata di giorni, a causa di un corto di AdBlue siano 1,5 milioni, di cui oltre 300 mila aventi portata superiore a 35 quintali. Alla situazione sopra descritta, già grave di per sé, si somma inoltre un effetto perverso e paradossale: se non si interviene subito, si interrompe la dinamica virtuosa che sta guidando la transizione ecologica del settore dell’autotrasporto e risulterebbero vanificati gli sforzi di un comparto, prevalentemente costituito da micro, piccole e medie imprese che hanno investito nel rinnovo del proprio parco mezzi al fine di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale degli stessi.
Si evidenzia inoltre che le imprese di autotrasporto sono già fortemente sotto pressione a causa del generalizzato aumento dei prezzi dei carburanti. Peraltro, poiché dal 1° gennaio 2021 i mezzi Euro 5 e Euro 6 sono gli unici a poter beneficiare del rimborso parziale delle accise sul gasolio commerciale (ex Decreto Legislativo n. 504/95, Art. 24-ter, Punto 4-bis della Tabella A), il blocco di questi mezzi rischia di mettere ancor di più in crisi l’operatività del comparto dell’autotrasporto, provocando un ulteriore aumento dei costi di trasporto. Alla luce di quanto rappresentato, al fine di evitare l’ormai imminente blocco della logistica, si esorta il Governo ad adottare con urgenza alcune misure transitorie, agendo lungo due direttrici:
1) Prevedendo un credito d’imposta temporaneo per l’acquisto di gas naturale impiegato per usi industriali che garantirebbe, insieme alla riduzione dell’aliquota IVA al 5% già in vigore, sia un’immediata ripresa della produzione di tutte quelle filiere industriali ad alta intensità di consumo di gas naturale (il riferimento non è solo al già citato AdBlue, ma a molti altri processi produttivi quali, a titolo d’esempio, quello dei fertilizzanti per l’agricoltura), che una distensione dei prezzi al consumo. Questa misura, della massima urgenza, dovrebbe trovare spazio già nel DL Fiscale, attualmente all’esame del Parlamento;
2) Prevedendo un credito d’imposta temporaneo per le aziende di autotrasporto in possesso di veicoli commerciali di categoria Euro 5 o superiore, che si trovano schiacciate sia dai rincari dell’energia all’ingrosso che da quelli dei carburanti al dettaglio e sulle quali grava il peso della ripartenza dell’economia nella fase post-pandemica. Questa misura, di carattere compensatorio, dovrebbe trovar spazio nell’ambito del disegno di legge di Bilancio.“