Bilateralità artigiana, modello per costruire il futuro delle piccole imprese e dell’Italia

La bilateralità e le relazioni sindacali nell’artigianato sono un patrimonio che va difeso, una buona pratica da prendere a riferimento per costruire il futuro delle piccole imprese e lo sviluppo del Paese. E’ la posizione condivisa dai Segretari generali delle Confederazioni dell’artigianato (Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai) e di Cgil, Cisl e Uil riuniti a Roma al convegno ‘Il lavoro artigiano per l’Italia che riparte’, patrocinato da Ebna, l’Ente bilaterale nazionale dell’artigianato. I lavori, introdotti dal Presidente del Cnel Tiziano Treu, sono stati moderati da Francesco Giorgino, giornalista e conduttore del Tg1.

“Il nostro modello di bilateralità, nato negli anni 80 dal territorio – ha sottolineato Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato – ha dimostrato di essere più che mai attuale, capace di adeguarsi ai tempi e ai cambiamenti di questi anni. Ne ha dato prova anche durante la pandemia, mettendo in campo efficaci strumenti solidaristici e di sussidiarietà tipici dell’artigianato per offrire supporto agli imprenditori e ai loro dipendenti: dal Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato che già il 9 aprile 2020 erogava prestazioni di sostegno al reddito fino a San.arti con le misure straordinarie di assistenza sanitaria rese disponibili a metà marzo dello scorso anno per i titolari delle imprese. La bilateralità è un valore da preservare e costituisce una ‘cassetta degli attrezzi’ che, con lo sforzo comune delle parti sociali, deve continuare ad offrire nuove prestazioni”.

D’accordo con Mamoli, il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra secondo il quale la bilateralità e la qualità delle relazioni sindacali nell’artigianato, dove gli imprenditori lavorano al fianco dei dipendenti, rappresentano un patrimonio costruito negli anni che va difeso, fatto conoscere maggiormente con un’intensa attività di informazione e comunicazione e completato con interventi sul fronte della previdenza complementare e del potenziamento sul territorio con l’apertura di sedi e sportelli”.
Sulla stessa linea il Segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e il Segretario generale della Cgil Maurizio Landini il quale ha sollecitato un maggior coinvolgimento delle parti sociali da parte del Governo nelle scelte per migliorare la qualità del lavoro e in particolare per investire sulla formazione.

E proprio sulla formazione come leva fondamentale per dare futuro all’artigianato ha insistito il Segretario Generale di Confartigianato Mamoli il quale ha sottolineato che il trasferimento di competenze, di saper fare, la formazione continua rappresentano un obiettivo prioritario. “Il capitale umano e professionale dei dipendenti – ha spiegato – è il patrimonio più prezioso per i piccoli imprenditori. Noi non siamo interessati a licenziare bensì a garantire la tenuta della nostra manodopera e ad assumere personale qualificato e competente. Basti dire che, secondo i dati Unioncamere-Anpal, a maggio 2021 le entrate di personale previste dalle aziende sono 389.610, in aumento di 83.960 unità rispetto ad aprile 2021. Questo incremento è quasi completamente dovuto alle 83.780 assunzioni previste nelle micro e piccole imprese. Inoltre, nonostante la crisi, nel 2020 gli imprenditori hanno denunciano difficoltà a reperire il 30% della manodopera necessaria all’azienda anche per carenza di qualificazione e specializzazione. Tutto questo dimostra che servono politiche attive del lavoro con una riforma del sistema di orientamento scolastico e professionale che rilanci gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici, investa sulle competenze a cominciare dall’uso delle tecnologie digitali e punti sull’apprendistato duale e professionalizzante”.

“Durante la fase più dura della pandemia – ha detto ancora il Segretario Generale di Confartigianato – le imprese artigiane hanno compiuto uno sforzo enorme per resistere, reagire alle difficoltà e garantire la tenuta sociale ed economica. Ora le misure del Governo sulle riaperture e quelle contenute nel Dl Sostegni bis rappresentano uno stimolo per recuperare terreno e raggiungere gli obiettivi di crescita indicati per il 2026. Ma tutto dipende dalla capacità di attuare gli ambiziosi progetti contenuti nel PNRR e, soprattutto, di realizzare quelle riforme strutturali (semplificazioni, fisco più leggero, codice appalti, giustizia civile) che costituiscono il banco di prova più importante per rilanciare lo sviluppo dell’artigianato e delle micro e piccole imprese e la competitività del nostro Paese”.