Confartigianato in Senato ribadisce il no al salario minimo legale

No alla Direttiva Ue e a qualsiasi intervento pubblico vincolante in materia di determinazione del salario, che è e deve restare di competenza esclusiva delle parti sociali. Questa la posizione espressa dai rappresentanti di Confartigianato intervenuti oggi in audizione presso la Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato sulla proposta di direttiva europea relativa all’introduzione del salario minimo legale.


Confartigianato ha sottolineato che la “materia salariale deve continuare ad essere affrontata nel rispetto delle tradizioni degli ordinamenti nazionali e dell’autonomia delle parti sociali, e ciò per non compromettere il delicato equilibrio fra retribuzione, tutele contrattuali e competitività delle imprese che in Italia è garantito da oltre 70 anni da una contrattazione collettiva nazionale estremamente diffusa”.

In particolare – hanno ribadito i rappresentanti della Confederazione – nell’artigianato e nella piccola impresa la contrattazione collettiva, oltre a determinare salari rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità delle imprese, assicurando, nel contempo, importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità”.