La crisi sanitaria scaturita dalla diffusione del virus SARS-CoVID-19 ha evidenziato l’importanza della corretta pulizia dei capi d’abbigliamento affinché ne sia garantita la
sicurezza sanitaria per il loro utilizzo. La consapevolezza che la manutenzione e la pulizia dei capi gioca un ruolo strategico nel contenimento della diffusione dell’epidemia è confermata dalla decisione del Governo, sin dall’inizio della pandemia, di tenere aperte – tra le poche – le attività di pulitintolavanderia le quali, proprio per questa ragione e nonostante l’importante calo di fatturato, non sono rientrate nel Decreto Ristori I.
Vari studi di laboratorio hanno confermato che il COVID-19 in quanto virus è avvolto da uno strato lipidico sensibile all’etere, al cloroformio e ai solventi: considerato che la gran parte delle lavanderie tradizionali sono dotate di almeno una macchina da lavaggio che utilizza dell’idrocarburo clorurato (tetracoloretilene – percloroetilene oppure idrocarburi (KLW)), se ne deduce facilmente che l’azione di lavaggio con queste macchine rende inattivo il virus rendendo il lavaggio a secco e le lavanderie tradizionali, elementi significativi nella lotta alla diffusione del COVID-19.
L’elevata efficacia dei trattamenti a cui vengono sottoposti i capi nelle tintorie tradizionali si avvicina molto alla sanificazione pertanto, anche per questa ragione il Consiglio Direttivo di Confartigianato Pulitintolavanderie ha deliberato di mettere a fattor comune per tutti i territori e le imprese associate la campagna di comunicazione “FALLO SECCO!”, un invito ad affidarsi alla sicurezza del trattamento a secco dei capi.