È ufficiale: da lunedì la Lombardia cambia colore (per la 16esima volta in 5 mesi) tornando rossa. La decisione, maturata negli ultimi giorni con la progressione dei numeri, è diventata ufficiale dopo il monitoraggio di venerdì mattina. Con il ministro della Salute Roberto Speranza che presto firmerà l’ordinanza . Rammaricato il presidente della Regione, Attilio Fontana: «La Lombardia purtroppo si prepara a diventare zona rossa. Ce lo dicono i dati, pur contenuti dalle scelte prese la settimana scorsa che sono servite a rallentare il virus. Mi auguro che sia l’ultimo sacrificio chiesto ai nostri cittadini perché poi spero che arrivino i vaccini necessari per iniziare la vaccinazione di massa, in modo che non debbano più esserci limitazioni alla nostra vita».
Il cambio comporterà anche la chiusura degli asili nido, oltre che delle altre scuole, già passate in didattica a distanza durante la settimana in arancione rinforzato. La zona rossa scatterà da lunedì e non nel weekend. Su questo tema si era ventilata una divisione, con la linea del nuovo governo che aveva promesso di evitare comunicazioni last minute per creare ulteriori disagi alla gente, ma soprattutto ai commercianti. Ma dall’altra le pressioni per stringere le opportunità di contatti sociali in un fine settimana dal meteo favorevole.
«Ad un anno dall’inizio della pandemia, non credo che abbiamo commesso degli errori nella gestione dell’emergenza, ma che il virus è più complicato di quello che gli stessi scienziati potessero immaginare – ha dichiarato Fontana -. A più di un anno di distanza non abbiamo ancora trovato una cura specifica. Grazie al cielo abbiamo fatto quasi un miracolo a trovare i vaccini, che sono l’unica nostra ancora di salvezza». Queste varianti attaccano molto anche i giovanissimi ha aggiunto il governatore -. Una delle categorie più contagiate è quella che va dai 9 ai 18 anni, il virus sta cambiando i soggetti su cui si installa. Bisogna prestare molto attenzione. È una sofferenza che mi auguro che nell’arco di qualche mese si concluderà».
Le visite ad amici e parenti, proibite per tutti. In zona rossa non vale più la deroga di Natale che consentiva un solo spostamento una sola volta al giorno in massimo due persone, eventualmente accompagnati da minori o da disabili, verso un’altra abitazione. E ancora i servizi alla persona: parrucchieri e barbieri dovranno chiudere così come i centri estetici e non saranno più “salvati”, come avvenuto in passato, dalle chiusura.
In zona rossa non si può uscire di casa se non per andare a fare la spesa, buttare la spazzatura, andare a correre, portare fuori il cane nei pressi della propria abitazione, raggiungere il luogo di culto più vicino a casa. Non si può uscire dal proprio comune o dalla propria regione se non per lavoro, urgenza o salute. Tra queste eccezioni restano sempre valide quelle relative all’assistenza a persone anziane non autosufficienti, figli minori o attività di volontariato nell’ambito del Servizio civile nazionale, per la gestione dell’epidemia in corso, per l’addestramento di unità cinofile o per l’assistenza agli animali. Anche gli atti notarili di compravendita di una casa rientrano tra le ragioni valide per spostarsi tra regioni. Se non vietato da ordinanze locali e se ci si è trasferiti nella seconda casa, sia essa di proprietà o affittata, vi si può rientrare dopo il lavoro anche fuori regione, una famiglia alla volta. Altri spostamenti verso seconde case possono riguardare solo lavori di somma urgenza, tipo un allagamento. Lo svolgimento di visite turistiche guidate non è consentito in area rossa. Si può andare in auto, per necessità, con persone non conviventi indossando tutti la mascherina: il guidatore e due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori.
In zona rossa bar, ristoranti e locali devono chiudere. Dalle 18 alle 22, ora in cui scatta il coprifuoco, è ovunque possibile l’asporto sia di piatti che di bibite da ristoranti, negozi al dettaglio di bevande ed enoteche, ma non da bar e attività simili senza cucina. Via libera a oltranza alle consegne a domicilio.
Nelle zone rosse i negozi sono chiusi, tranne quelli di prima necessità: alimentari, farmacie, elettronica, ferramenta, edicole, profumerie, tabaccai, giocattolai e vivai. Mercati e centri commerciali sono chiusi anche nei giorni feriali ma i negozi essenziali al loro interno possono restare aperti. A fare la spesa bisogna andare uno alla volta per nucleo familiare.
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