Il tessuto imprenditoriale italiano è penalizzato da un contesto che comprime la capacità delle imprese di creare valore e fa ristagnare la produttività. L’Italia associa una bassa qualità dei servizi pubblici ad un alta tassazione. La competitività delle imprese è penalizzata anche da una maggiore tassazione sugli acquisti energetici, e tale gap è particolarmente pesante per le micro e piccole imprese della manifattura, un asse portante del made in Italy. l’Italia, lo ricordiamo, è il primo paese dell’Unione europea per occupati nelle MPI manifatturiere.
La tassazione energetica nel nostro Paese supera del 46,4% la media dell’Unione europea, con un prelievo che in Italia arriva a 398 euro per tonnellata equivalente di petrolio, il più elevato di tutta l’Unione. In percentuale sul PIL la tassazione sull’energia in Italia è al 2,6%, con uno spread di 0,8 punti percentuali rispetto all’1,8% dell’Eurozona, pari a 13,7 miliardi di euro di maggiore prelievo.
La comparazione internazionale della struttura dei prezzi delle commodities energetiche utilizzate dalle imprese evidenzia un ampio differenziale fiscale a svantaggio delle micro e piccole imprese italiane. Nel dettaglio la tassazione di un chilowattora di energia elettrica di una piccola impresa nella classe di consumi tra 20 e 500 MWh è del 41,1% superiore a quello della media dell’Eurozona. Si osserva un marcato divario, pari al 21,6%, anche per il carico fiscale sul gas naturale consumato da micro e piccole imprese con consumi annui inferiori a 263 mila metri cubi. Le accise pagate su un litro di gasolio per autotrazione sono del 21,2% superiore alla media dei competitor europei; sulla base dell’analisi dei dati del Weekly Oil Bulletin della Commissione europea del 27 luglio 2020, l’Italia è il paese con il maggior prelievo di accise sul gasolio.
Se consideriamo gli input delle diverse commodities valutati mediante gli impieghi del sistema delle imprese diversi dalla trasformazione energetica calcolati dall’Istat si stima che per una piccola impresa italiana il prelievo fiscale sugli acquisti di commodities energetiche sia mediamente superiore del 29,3% rispetto alla media dell’Eurozona.
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