Manifatturiero, ripresa per fiducia e produzione, ma tensioni sui prezzi salgono ai massimi degli ultimi 20 anni

Il Manifatturiero si affaccia all’estate evidenziando alcuni segnali congiunturali positivi. L’indice di fiducia delle imprese del settore passa da 106,0 di aprile 2021 a 110,2 di maggio registrando il quarto aumento congiunturale consecutivo. Le stime preliminari dell’Istat sulle vendite all’estero per i paesi extra UE a 27 indicano ad aprile 2021 un aumento del 7,3% rispetto al mese precedente, trainato dal +14,3% dei beni strumentali.

Nel confronto internazionale l’indice della produzione manifatturiera, corretto sia per la stagionalità che per i giorni lavorativi, indica nel I trimestre 2021 una crescita dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, in linea con recupero (+1,0%) dell’UE e registrando la migliore performance tra i maggiori paesi dell’Unione europea: Germania e Francia segnano un calo dello 0,2% e la Spagna registra una flessione dell’1,2%.

La dinamica congiunturale per settore al I trimestre 2021 – Per quanto riguarda la dinamica settoriale della produzione si osservano in Italia crescite sostenute per Abbigliamento (+6,3%), Altre industrie manifatturiere (gioielleria ed occhialeria ecc) (+5,2%), Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+3,5%), Computer, prodotti elettronici e ottici, apparecchiature elettromedicali, apparecchiature di misurazione e orologi (+3,2%), Mezzi di trasporto esclusi autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+2,8%) e Metallurgia (+2,7%). In difficoltà Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-6,1%), Tessile (-3,0%), Pelle (-2,5%), Riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature (-2,3%) e Mobili (-0,9%). In particolare, la buona performance dell’Abbigliamento compensa i cali di Tessile e Pelle permettendo al TAC (Tessile, Abbigliamento e calzature) di essere stabile (+0,1%).

L’andamento rispetto i livelli pre Covid-19 – Nonostante il recente miglioramento, il manifatturiero non ha ancora completato il recupero e nel I trimestre 2021 la produzione rimane inferiore del 2,0% rispetto al IV trimestre 2019, precedente allo scoppio della crisi Covid-19. Nel confronto internazionale, va osservato che mentre l’UE ha stabilizzato la produzione sui livelli dell’ultimo trimestre del 2019, il gap dell’Italia meno intenso rispetto a quello dei principali paesi dell’Unione con la Germania che segna -3,0%, la Spagna -3,9% e la Francia -5,0%.

livello settoriale in Italia hanno recuperato Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+9,4%), Mobili (+8,9%), Gomma e materie plastiche (+7,9%), Metallurgia (+5,3%), Legno (+3,8%), Prodotti da lavorazione di minerali non metalliferi (ceramica, vetro ecc) (+3,6%), Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+2,5%), Chimica (+1,9%), Computer, prodotti elettronici e ottici, apparecchiature elettromedicali, apparecchiature di misurazione e orologi (+1,8%), Prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) (+1,5%) e Carta e di prodotti di carta (+1,3%).

Il ritardo della moda – Il divario più ampio della produzione rispetto ai livelli pre pandemia è quello dell’Abbigliamento, la cui produzione rimane inferiore di oltre un terzo (-35,4%) rispetto ai livelli del IV trimestre del 2019, a cui si affiancano in particolare il -20,1% della Pelle ed il -17,4% del Tessile, portando la produzione della moda (TAC) su un livello inferiore di quasi un quarto (-23,0%) rispetto al periodo pre crisi.

In parallelo ai segnali positivi, salgono ai massimi i timori sull’aumento dei prezzi conseguente all’escalation dei costi di acquisto delle materie prime, con effetti marcati di maggiori costi per le piccole imprese. A maggio 2021 il saldo delle attese sui prezzi sale al massimo dall’inizio della serie storica, superando i precedenti picchi del 2011 e del 2008.