A quasi un anno dallo scoppio dell’epidemia da Covid-19 le ripercussioni sull’economia italiana, europea e mondiale, risultano di ampiezza straordinaria e gli effetti sui diversi settori e il sistema delle imprese sono delineati nel 10° report Covid-19 ‘Seconda ondata Covid-19 e trend di economia e MPI ad inizio 2021’.
A inizio 2021 si osserva la fase discendente della seconda ondata dell’epidemia, che ha registrato in Italia un rapporto decessi/popolazione simile a quello della prima ondata di primavera. Tra novembre 2020 e gennaio 2021 gli indici di mobilità verso i negozi e luoghi di ricreazione segnano una riduzione del 40% (ci fu un calo dell’80% durante il lockdown della prima ondata).
Mentre l’economia è imbrigliata da un eccesso di risparmio, con i depositi di famiglie e imprese che salgono di 127,1 miliardi di euro nel corse dei primi undici del 2020, si osserva una pesante crisi dell’accumulazione di capitale, che influenza negativamente innovazione e dinamica della produttività: nel terzo trimestre 2020 gli investimenti annualizzati sono scesi ai livelli di quattro anni prima.
L’analisi settoriale – La manifattura segna un calo di produzione del 12,6%, con una flessione più marcata per le imprese della moda, per il quale Confartigianato ha indicato l’urgenza di più consistenti e diffusi interventi di sostegno. L’analisi dei dati sul commercio estero pubblicati stamane dall’Istat indica nei primi 11 mesi del 2020 una caduta di 10,7 miliardi di euro del made in Italy della moda, pari ad un calo del 20,3%.
Sul comparto delle costruzioni, nonostante la rafforzata propensione delle famiglie ad investire nella manutenzione della casa, pesano le incognite sulla concreta applicazione del superbonus.
Dal report emergono i segnali di maggiore utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle piccole imprese, mentre si delineano le criticità sul mercato del lavoro, che dallo scoppio dell’emergenza sanitaria (febbraio-novembre) ha visto un calo di 300 mila occupati, l’86,3% costituito da giovani under 35. Emerge la particolare rilevanza, nella prospettiva della trasformazione digitale e green sostenuta dalle risorse di Next Generation EU, della formazione: 28,6% delle MPI realizza interventi formativi e nel corso dell’emergenza il 13% delle micro e piccole imprese ha realizzato intervento formativi aggiuntivi.
A fronte di un terzo delle imprese esposte, fino all’estate del 2021, ad una crisi di liquidità, crescono i prestiti, sorretti dagli interventi pubblici di moratoria e garanzie. Mentre si registra una ‘crescita zero’ dei prezzi alla produzione, la deflazione è già conclamata in 10 settori manifatturieri su 21.
Il rapporto, dopo un capitolo dedicato alla finanza pubblica – in cui si esamina la crescita del debito pubblico, le condizioni per gli interventi di aggiustamento, il ruolo dei fondi europei per supportare la crescita e ridurre il rischio di una crisi del debito – propone un’ampia sezione, curata in collaborazione con Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, con evidenze a livello regionale relative a previsioni di crescita, occupazione, digitale, credito, effetti della pandemia e strategie di reazione all’emergenza delle imprese.